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La Sindrome Metabolica

La sindrome metabolica, a volte nota con altri nomi, è un raggruppamento di almeno 3 delle seguenti condizioni patologiche:

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  1. Obesità addominale
  2. Pressione alta
  3. Iperglicemia
  4. Alti livelli di trigliceridi
  5. Basso colosterolo HDL

La sindrome è associata al rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2.

Negli Stati Uniti circa 1/4 della popolazione adulta é interessata da sindrome metabolica e persone “avanti negli anni” e minoranze etniche e razziali ne sono particolarmente colpite. In Europa la situazione è di poco migliore.

La resistenza all’insulina, la sindrome metabolica e il prediabete sono condizioni strettamente correlate che presentano aspetti sovrapponibili.

Gli esatti meccanismi delle complesse vie evolutive della sindrome metabolica non sono del tutto note. 
Appaiono però alcuni dati certi:
la maggior parte dei pazienti è anziana, obesa, sedentaria ed ha sviluppato una certa resistenza insulinica.

Si discute se l’obesità o la resistenza all’insulina siano la causa del quadro o se questa sia o meno la conseguenza di un disordine metabolico di più ampia portata.

Nelle analisi del sangue, un numero di marcatori infiammatori sistemici, quale la proteina C-reattiva, appare spesso aumentato, così come in valore aumentato appare il fibrinogeno.
La medicina ritiene che la sindrome metabolica sia dovuta a molti degli indicatori noti e concomitanti, tra cui anchr l’aumento dei livelli di acido urico causato dalla assunzione massiva di fruttosio.

La ricerca mostra comunque che le abitudini alimentari occidentali rappresentano un fattore determinante per lo sviluppo della sindrome, a causa di un elevato consumo di cibo non biochimicamente adatto agli esseri umani.

La componente clinica principale della sindrome è il grasso viscerale (anche all’interno degli organi) mentre la principale anomalia metabolica risulta essere l’insulino-resistenza.

I fattori di rischio più importanti sono la dieta (in particolare il consumo di bevande zuccherate), i caratteri genetici (intesi come familiarità), l’invecchiamento, la sedentarietà o la poca attività fisica, i disturbi del sonno e dei ritmi sonno-veglia, i disturbi dell’umore, l’uso di farmaci psicotropi e l’abuso di alcool.

LO STRESS.
Lo stress può essere tra i fattori aggravanti.
Ricerche recenti indicano che lo stress cronico prolungato può contribuire alla sindrome interrompendo l’equilibrio ormonale dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che disfunzionando fa circolare alti livelli di cortisolo, che si traduce in un aumento dei livelli di glucosio e di insulina, che a loro volta causano effetti insulino-mediati sul tessuto adiposo, promuovendo in definitiva adiposità viscerale, insulino-resistenza, dislipidemia e ipertensione.

Lo stress psicosociale è anche legato a favorire le malattie cardiache.


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